NFT: i giocatori non saranno confusi
Le microtransazioni sono diventate onnipresenti nei videogiochi. Stremati da questa tendenza, i videogiocatori approfittano del loro status di consumatori per denunciare l’avvento degli NFT, il nuovo avatar commerciale del settore. Raccontano la loro rabbia al New York Times.
La rivolta anti-NFT degli sviluppatori
Non sono solo i giocatori a protestare contro l’invasione dei videogiochi con token non scambiabili (NFT). Gli stessi sviluppatori sono più che riluttanti, secondo il sondaggio annuale della Game Developers Conference pubblicato a gennaio. Oltre il 70% di loro ha risposto che il proprio studio “non era interessato” agli NFT e non vedeva alcun interesse nelle criptovalute come mezzo di pagamento. Questo “no grazie ma no” si arricchisce di commenti molto coloriti, nota Kotaku, come “bruciateli tutti” o “scaveranno un buco nel cuore dell’industria”. Le loro motivazioni diventeranno molto chiare e non sarà bello da vedere.” La rivista di settore sottolinea che “non è quello che pensano oggi delle criptovalute e degli NFT che conta, ma vedere quale sarà il loro livello di resistenza quando i padroni di Ubisoft e altri Electronic Arts iniziano a chiedere ai propri sviluppatori di implementare questa tecnologia nei giochi che guadagnano da vivere.”
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